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Se la stabilità del sistema dei partiti italiani nel dopoguerra aveva offerto opportunità molto limitate per il successo di movimenti populisti, dopo la fine della Prima repubblica lo spazio per l'agitazione e la politica populista è diventato il più ampio d'Europa. Per la prima volta attraverso un'analisi globale e comparativa, nei capitoli di questo libro viene spiegato come il populismo politico si sia sviluppato secondo quattro tipi di esperienze: quella della Lega Nord, quella del Movimento 5 Stelle e le due esperienze di "telepopulismo" guidate rispettivamente da Silvio Berlusconi e da Matteo Renzi. In tutte queste esperienze, gli attivisti e i loro leader hanno cercato di ritrovare nuovi contatti, di ascoltare e di parlare direttamente ai cittadini, proponendosi come portavoce non solo delle proteste contro la "partitocrazia", ma anche delle loro richieste e dei loro problemi. È però necessario cogliere l'ambivalenza che caratterizza molte esperienze populiste italiane che cercano di rappresentare nella politica le aspirazioni popolari. Una serie di idee e proposte possono favorire un miglioramento della democrazia nel nostro paese, mentre altre possono offrire spazio e legittimazione a tendenze nazionaliste, xenofobe e razziste, simili a quelle proposte e propagandate dalla destra populista in altri paesi europei.